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la guerra è finita

Temporale estivo
sulla mia testa
c'è chi se ne va e chi resta,

non mi ricordo
ma non perdo il filo,
non so,
parto
ma allo stesso tempo rimarrò.

I palazzi incontrollati
tutti uguali
si distinguono
dai monti
accovacciati
dietro mille estati passate,

è difficile fare le stelle
anche se ci sono le palme,
anche se è facile da capire,
cominciamo dalla luce,
cominciamo dal giallo,

è solo un decimo
di quello che ho dentro
e che volevo dire.

antonio ariano 2011

Le coincidenze a volte sono i segnali misteriosi della vita ai quali bisogna credere.
Romano Battaglia

Fa bello fuori, e forse il mio amico il ‘caso’ sta passeggiando al sole.
Henri Murger

La contemporaneità non esiste.
Luciano De Crescenzo

Sigaretta.
Trevor era fermo al semaforo da troppi minuti per la fretta che aveva e ripensava nervosamente agli ultimi giorni. Imboccare una strada o l’altra gli era ormai totalmente indifferente. Gli bastava allontanarsi il più possibile da casa sua: meno la vedeva e meno gli tornava tutto in mente… Era stato solo un incidente, una fatalità? O doveva andare così. No, non doveva.
Sigaretta.
“Quanto cazzo durano i semafori rossi in questa città? Due sigarette! Ma stiamo scherzando?!”
Mentre malediceva tutto e tutti, scattò il verde e Trevor ripartì all’improvviso, sgommando come se avesse appena svaligiato una banca. Ma il suo fuggire lontano durò poco: altro semaforo rosso.
Bestemmia. Sigaretta.
Aprì il cassetto dell’auto e si mise a cercare un nuovo pacchetto di sigarette ancor prima di aver finito quella che stava fumando. Da quel maledetto cassetto non uscivano altro che cartacce, vecchie ricevute, un paio di multe, accendini rotti… Notò un foglio accartocciato, lo aprì e ciò che lesse lo lasciò impietrito per alcuni secondi…
“…Quel che è sbagliato oggi
andrà bene domani,
potessi ripercorrere
quel viaggio all’incontrario,
non tornerò mai più.”
Era una poesia che aveva scritto lui stesso, quando ancora le cose andavano bene e nessuno si sarebbe aspettato quanto stava per accadere. Strinse quel foglio stropicciato tra le mani e istintivamente lo gettò fuori dal finestrino, sperando che volasse via, che si allontanasse quel tanto che bastava per liberarsene. Della carta e del ricordo che vi era rimasto appiccicato. Ma era di nuovo in coda al semaforo e il foglio rimase a terra accanto a lui, immobile. Si affrettò ad aprire la portiera e raccolse il foglietto, con l’impazienza e la premura di chi sta recuperando il biglietto vincente della lotteria. Lo rimise nel cassetto e finalmente trovò il pacchetto di sigarette. Lo scartò come faceva ogni volta, cioè come un rito, piacevole ma allo stesso tempo odioso.
Sigaretta.
Finalmente. Quanto gli piaceva fumare. E quanto lo detestava. Era perfino riuscito a smettere: ventiquattro volte. Aveva un rapporto morboso, quasi patologico, con le sigarette. Scartare un nuovo pacchetto era per lui come togliere lentamente i vestiti ad una donna, una sorta di nevrotica e squallida pratica sessuale, accendere una sigaretta era sempre eccitante nonostante il numero esagerato di sigarette che aveva fumato nella sua vita, ma poi il sapore del fumo era amaro, disgustoso, come quello che ti lasciano certi incontri.
Era come quel libro che aveva letto tempo prima, come si chiamava?
“Ah, sì, ‘La coscienza di Svevo’.” pensò, sbagliando il titolo. Ci aveva quasi azzeccato. La sua era la “vita del quasi”. Nel senso che era quasi cresciuto, aveva un lavoro che quasi gli piaceva, un’automobile che era quasi perfettamente funzionante, era stato quasi sereno… ma ora aveva un peso dentro a cui non poteva associare alcun quasi: non accennava ad andarsene, era nitido, preciso, una sofferenza del tutto completa che ormai era parte di lui.
Sigaretta.
Ancora non sapeva che imboccare una strada o l’altra sarebbe stato di vitale importanza.

filomena roberto & antonio oliva 011
da "delle coincidenze", ad est dell'equatore, napoli 2012

... Ti piacerebbe leggere il resto? Un po' di pazienza ;)

su di me

La mia foto
Ariano Irpino, Avellino, Italy
Antonio Oliva è nato nel 1985 ad Ariano Irpino (AV). Ha partecipato a numerosi progetti teatrali e musicali. Nel 2009 si laurea in Lettere Moderne e nel 2012 in Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. Dopo diverse esperienze nel 2015 si abilita all'insegnamento presso lo stesso Ateneo. Ha lavorato a Roma e Bergamo e vive itinerando.
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